Nel corso della mattinata del 27 Gennaio, in occasione della “Giornata della memoria”, nell’aula magna della scuola S Giovanni Bosco, dell’IC di Bracciano, alla presenza della Dirigente e delle autorità competenti , la dottoressa Sabrina Masoni ha ricostruito, per le classi terze, la vicenda umana di una ragazza ebrea polacca, Rywka Lipszyc e del suo diario, fortunatamente ritrovato tra le macerie del forno crematorio n. 3 del lager di Auschwiz, dopo l’abbattimento dei cancelli da parte delle truppe russe.
La ragazza, primogenita di 4 figli rimasti orfani nel ghetto di Lods , venne trasferita, all’età di 14 anni , nel campo di sterminio di Auschwitz e da lì nel sottocapo di Christianstadt, per 6 mesi, prima di intraprendere, superandola, la “marcia della morte “verso Berghen Belsen.
Il ritrovamento delle 112 pagine manoscritte di un quaderno, coprono un arco di tempo di qualche mese, dall’ottobre del 1943 alla primavera del 1944 e testimoniano con lucidità le difficili condizioni di vita, la fame, le malattie, le privazioni e la sofferenza di Rywka e dell’unica sorellina rimastale, all’interno del ghetto di Lodz.
I ragazzi di terza, coetanei della nostra protagonista, sono stati guidati attraverso la proiezione di slides, dalle spiegazioni della dottoressa Masoni e dalla lettura di alcune pagine del diario (da parte di un paio di alunni per classe) a ripercorrere la vicenda dolorosa ma non priva di speranza della giovane e determinata Rywka Lipszyc.

Il “coro insieme” della scuola con la direzione della professoressa Russo e l’accompagnamento musicale della professoressa Grieco ha eseguito, prima delle letture e a chiusura di esse, il canone “Dona Nobis Pacem” e la “Dolce melodia “di Bo Hansonn, emozionando i presenti che si sono contraddistinti per attenzione, interesse e partecipazione.
La scuola, ringrazia infinitamente la dottoressa Masoni per la delicatezza e allo stesso tempo la perizia ed il rigore storico con i quali è riuscita a ridare voce e vita ad una tra 6 milioni di vittime innocenti della follia nazista.
Senza il ritrovamento del diario, presentato agli allievi come testimonianza preziosissima della Shoah, ed importantissima arma contro mai sopite teorie negazioniste, la storia di Rywka sarebbe rimasta irrimediabilmente sconosciuta e la sua voce inascoltata.